NOME IN CODICE: BRUTTO ANATROCCOLO. (The Ugly Duckling and Me! - 2006)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Michael Hegner e Karsten Kiilerich
Sceneggiatura di: Mark Hodkinson
Storia di: Michael Hegner, Karsten Kiilerich
Tratto da una storia di: Hans Christian Andersen
Prodotto da: Moe Honan, Gladys Morchoisne, Daina Sacco, Irene Sparre Hjorthoj
Produzione: A.Film, Futurikon, Magma Films, Ulysses Film Production
Animazioni: A.Film A/S
Edizione Italiana: Eagle Pictures
USCITA ITALIANA: 1 GIUGNO 2007
Dopo l'esperimento autoprodotto "Terkel" (2004), ritorna lo studio danese A/Film con una nuova realizzazione tutta nata tra le menti al servizio dello studio. Questa volta però viene accantonata l'originalità e viene scomodato un classico della fantasia di Christian Andersen, riscritto con una nuova veste ma con il celebre risvolto finale inalterato. L'idea è venuta al produttore danese Per Holst che è riuscito a convincere il direttore creativo della A/Film Karsten Kiilerich della fattibilità di questo progetto, anche se inizialmente si era pensato all'utilizzo di animali in carne ed ossa stile "Babe, Maialino Coraggioso" (1995), ma l'utilizzo della computer grafica oggi risulta meno dispendioso in termini di tempo e denaro.
Alla storia del brutto anatroccolo, che ogni bambino cresciuto o meno conosce, si aggiungono nuovi e importanti personaggi. Spunta Ratso, un topo qui in veste di madre, o padre che è meglio, anzi neanche tale in quanto si trovava sul posto al momento della schiusa dell'uovo. "Che genere di padre sarebbe se rifiutasse di fare da madre a suo figlio?". Ratso già con dei problemi alle spalle, tra cui una banda di topi da strada alle calcagna e l'ostile pollame che incontra nel suo cammino, vedendo bene in faccia il volto del piccino penserà di utilizzarlo nel miglior modo possibile, ovvero sfruttarlo come fenomeno da baraccone e ricavarci tanta buona grana. Ma se la dovrà vedere anche con i fuochi adolescenziali dell'anatroccolo e avventure al limite della comicità fino al felice finale, quello dell'anatroccola almeno.
La favola originale dello scrittore Andersen è conosciuta universalmente come la storia dell'anatroccolo denigrato da tutti per la sua diversità ma che alla fine riesce a riscattarsi diventando un bellissimo cigno. Dunque una storia già scritta con cui è difficile creare delle variazioni; un'ottima sfida che ha convinto i filmakers. All'anatroccolo viene affidato un amico, un topo egoista e antipatico che rappresenterà la figura paterna. Alla fine la coppia costituirà proprio il fulcro dell'intera storia. La sceneggiatura è stata curata dai produttori irlandesi della Magma Film, mentre i registi vengono dal cuore della A/Film. Hegner e Kiilerich hanno gestito ogni scena utilizzando primi piani e campi più o meno grandi, tanto da includere tutti i personaggi presenti al momento in scena. Pochi momenti d'azione hanno dato libero sfogo a movimenti di camera più complessi, ma mai confusionari.
Passando al reparto di produzione vero e proprio, è stato importante inizialmente definire lo stile di disegno che avrebbe contraddistinto non solo le forme, ma anche le simpatie e le antipatie attribuite a tutti i personaggi in base al loro carattere. Ma il resto dell'iter ha avuto uno sviluppo differente rispetto ad una classica produzione animata. Invece di passare gradualmente da una fase ad un altra (storyboard - modelling - previz - sincro vocale), tutte queste fasi sono state affrontate a blocchi, ovvero arrivando alla realizzazione dei modelli, delle animazioni e della sincronizzazione vocale per brevi sezioni del lungometraggio, permettendo così variazioni durante l'intero processo. Il solo processo di animazione ha richiesto il lavoro di quattro studi tra Danimarca, Francia e Germania.
Per il reparto musicale è stato chiamato in causa Jakob Groth, uno dei compositori cinematografici più popolari in Scandinavia. Groth ha voluto alternare, per questa produzione, i classici temi orchestrali utilizzati nella tradizione animata a motivi e ritmi tratti dal mondo rock, della musica tradizionale irlandese, della musica country e della musica classica.
Il lungometraggio, nel complessivo, risulta appena gradevole, con una storia già scritta ma a cui sono state aggiunte delle varianti, il tutto condito con numerose gags, di cui solo alcune esilaranti. La qualità grafica non è certamente all'altezza degli standard dei maggiori studi americani, causa anche il ridotto budget, ma è certamente un passo avanti a "Terkel" (2004). Maggior cura di modelli, texture e animazioni avrebbe richiesto maggiori tempi di sviluppo e, di conseguenza, maggiore budget.
In patria, oltre al lungometraggio, la A/Film ha realizzato anche una serie animata di 26 episodi con lo stesso titolo e i medesimi personaggi. Nome in Codice: Brutto Anatroccolo, uscito in patria il 6 Ottobre 2006, arriva nei cinema italiani sotto etichetta Eagle Pictures dal primo Giugno 2007, e sotto la stessa etichetta anche nell'edizione home video, in cui sono attese vendite maggiori di quelle ai botteghini, visto anche il numero di copie non alto con cui è arrivato nei cinema italiani.
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(The Ugly Duckling and Me! - 2006)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Michael Hegner e Karsten Kiilerich
Sceneggiatura di:
Mark Hodkinson
Storia di:
Michael Hegner, Karsten Kiilerich
Tratto da una storia di:
Hans Christian Andersen
Prodotto da:
Moe Honan, Gladys Morchoisne, Daina Sacco, Irene Sparre Hjorthoj
Produzione:
A.Film, Futurikon, Magma Films, Ulysses Film Production
Animazioni:
A.Film A/S
Edizione Italiana:
Eagle Pictures
USCITA ITALIANA: 1 GIUGNO 2007
Dopo l'esperimento autoprodotto "Terkel" (2004), ritorna lo studio danese A/Film con una nuova realizzazione tutta nata tra le menti al servizio dello studio. Questa volta però viene accantonata l'originalità e viene scomodato un classico della fantasia di Christian Andersen, riscritto con una nuova veste ma con il celebre risvolto finale inalterato. L'idea è venuta al produttore danese Per Holst che è riuscito a convincere il direttore creativo della A/Film Karsten Kiilerich della fattibilità di questo progetto, anche se inizialmente si era pensato all'utilizzo di animali in carne ed ossa stile "Babe, Maialino Coraggioso" (1995), ma l'utilizzo della computer grafica oggi risulta meno dispendioso in termini di tempo e denaro.
Alla storia del brutto anatroccolo, che ogni bambino cresciuto o meno conosce, si aggiungono nuovi e importanti personaggi. Spunta Ratso, un topo qui in veste di madre, o padre che è meglio, anzi neanche tale in quanto si trovava sul posto al momento della schiusa dell'uovo. "Che genere di padre sarebbe se rifiutasse di fare da madre a suo figlio?". Ratso già con dei problemi alle spalle, tra cui una banda di topi da strada alle calcagna e l'ostile pollame che incontra nel suo cammino, vedendo bene in faccia il volto del piccino penserà di utilizzarlo nel miglior modo possibile, ovvero sfruttarlo come fenomeno da baraccone e ricavarci tanta buona grana. Ma se la dovrà vedere anche con i fuochi adolescenziali dell'anatroccolo e avventure al limite della comicità fino al felice finale, quello dell'anatroccola almeno.
La favola originale dello scrittore Andersen è conosciuta universalmente come la storia dell'anatroccolo denigrato da tutti per la sua diversità ma che alla fine riesce a riscattarsi diventando un bellissimo cigno. Dunque una storia già scritta con cui è difficile creare delle variazioni; un'ottima sfida che ha convinto i filmakers. All'anatroccolo viene affidato un amico, un topo egoista e antipatico che rappresenterà la figura paterna. Alla fine la coppia costituirà proprio il fulcro dell'intera storia. La sceneggiatura è stata curata dai produttori irlandesi della Magma Film, mentre i registi vengono dal cuore della A/Film. Hegner e Kiilerich hanno gestito ogni scena utilizzando primi piani e campi più o meno grandi, tanto da includere tutti i personaggi presenti al momento in scena. Pochi momenti d'azione hanno dato libero sfogo a movimenti di camera più complessi, ma mai confusionari.
Passando al reparto di produzione vero e proprio, è stato importante inizialmente definire lo stile di disegno che avrebbe contraddistinto non solo le forme, ma anche le simpatie e le antipatie attribuite a tutti i personaggi in base al loro carattere. Ma il resto dell'iter ha avuto uno sviluppo differente rispetto ad una classica produzione animata. Invece di passare gradualmente da una fase ad un altra (storyboard - modelling - previz - sincro vocale), tutte queste fasi sono state affrontate a blocchi, ovvero arrivando alla realizzazione dei modelli, delle animazioni e della sincronizzazione vocale per brevi sezioni del lungometraggio, permettendo così variazioni durante l'intero processo. Il solo processo di animazione ha richiesto il lavoro di quattro studi tra Danimarca, Francia e Germania.
Per il reparto musicale è stato chiamato in causa Jakob Groth, uno dei compositori cinematografici più popolari in Scandinavia. Groth ha voluto alternare, per questa produzione, i classici temi orchestrali utilizzati nella tradizione animata a motivi e ritmi tratti dal mondo rock, della musica tradizionale irlandese, della musica country e della musica classica.
Il lungometraggio, nel complessivo, risulta appena gradevole, con una storia già scritta ma a cui sono state aggiunte delle varianti, il tutto condito con numerose gags, di cui solo alcune esilaranti. La qualità grafica non è certamente all'altezza degli standard dei maggiori studi americani, causa anche il ridotto budget, ma è certamente un passo avanti a "Terkel" (2004). Maggior cura di modelli, texture e animazioni avrebbe richiesto maggiori tempi di sviluppo e, di conseguenza, maggiore budget.
In patria, oltre al lungometraggio, la A/Film ha realizzato anche una serie animata di 26 episodi con lo stesso titolo e i medesimi personaggi. Nome in Codice: Brutto Anatroccolo, uscito in patria il 6 Ottobre 2006, arriva nei cinema italiani sotto etichetta Eagle Pictures dal primo Giugno 2007, e sotto la stessa etichetta anche nell'edizione home video, in cui sono attese vendite maggiori di quelle ai botteghini, visto anche il numero di copie non alto con cui è arrivato nei cinema italiani.